4-1-b Procedure contro l'inquinamento e tutte le apparecchiature accessorie

Come precedentemente accennato. la separazione per gravità non riesce a separare gocce molto piccole, con diametro inferiore a 1,5 mm, in quanto la sedimentazione è interferita dai moti Browniani, per cui le gocce molto fini non riescono a raggiungere l'interfaccia dell'olio cioè la zona di coalescenza. In tal caso si può sfruttare la coalescenza cercando di estendere la zona in cui il fenomeno si manifesta a tutto il separatore: tale processo si attua mediante piastre parallele, letti granulari o fibrosi, che ostacolano il cammino delle gocce, ne favoriscono gli urti e quindi ne accentuano la coalescenza.
Le gocce passando attraverso un letto costituito da granelli o fibre di materiale idoneo, possono aderire alle superfici del letto stesso per urto, se le forze di legame sono maggiori delle forze di attrito viscoso agenti su di esse e tendenti ad asportarle dal letto. La coalescenza può aver luogo quando altre gocce, con urti successivi, vanno ad unirsi alle gocce aderenti al letto, costituendo gocce di dimensioni sempre maggiori. L'attrito viscoso, con l'aumentare delle dimensioni delle gocce, tende ad aumentare progressivamente fino a quando, divenuto preponderante rispetto alle forze di adesione, fa si che le gocce risultanti vengono staccate dal letto e tornano a fluire attraverso il letto, essendo però a questo punto di dimensioni maggiori e quindi essendo suscettibili di separazione per gravità.
E' importante notare che le gocce che aderiscono al letto non ne devono bagnare la superficie e pertanto la bagnabilità del letto da parte dell'olio diventa irrilevante nella separazione per coalescenza. Anzi, la bagnabilità del letto che è importante nei processi di filtrazione, risulta generalmente nociva al processo di coalescenza in quanto ne consegue una sovrasaturazione con conseguente blocco del letto stesso ed efflusso di olio.
SEDIMENTAZIONE PER FILTRAZIONE
La filtrazione è generalmente impiegata nel caso di sospensioni costituite da particelle solide da separare da un liquido, tuttavia, essa può essere anche utilizzata nel caso delle dispersioni di olio in acqua in quanto, avendo l'olio una certa viscosità, rimane ugualmente catturato dal filtro come se le sue particelle fossero solide.
Anche questo processo però presenta limiti di efficienza in quanto l'efficacia è praticamente nulla nei confronti di particelle molto fini o di miscele molto emulsionate ed è notevolmente ridotta dalla presenza di particelle solide sospese (sabbia, ruggine, morchie ecc.).
E' evidente che tanto più grandi sono le gocce d'olio, tanto maggiore è l'efficienza della filtrazione, pertanto questo processo può essere impiegato in combinazione con altri processi, quali la flocculazione/flottazione o la coalescenza, con cui si aumentano le dimensioni medie delle particelle da separare.
I letti granulari a coalescenza del resto sfruttano anche parzialmente la separazione per filtrazione, soprattutto nella zona di ingresso della miscela.

SERVIZIO ACQUE DI SENTINA
L’impianto di raccolta e smaltimento dei residui oleosi è destinato al trattamento dell’acqua contaminata da olii (oily waste) e di olii con residui d’acqua (waste oil), raccolti soprattutto negli spazi della sala macchine e convogliati dal sistema ausiliario di sentina.
Tali sostanze non possono essere scaricate fuori bordo senza che venga controllata e ridotta, secondo norma di legge, la quantità di inquinanti (ossia di residui oleosi) in esse presenti. La funzione del sistema è quindi in primo luogo quella di raccogliere in una cassa acqua ed olio contaminati, con drenaggi diretti o tramite l’impianto di sentina oleosa, ed in secondo luogo quella di separare l’acqua dall’olio, in modo da convogliare l’olio in una seconda cassa di raccolta detta dei residui oleosi (sludge tank o waste oil tank) e l’acqua fuori bordo oppure in una cassa raccolta di acque inquinate (waste water tank).
Va osservato che le tubolature proprie dell’impianto sono quelle di connessione fra le casse, il separatore e gli scarichi, servite da pompe il cui compito è l’alimentazione del separatore e lo scarico fuoribordo. Per quanto riguarda la raccolta, le pompe (per esempio pompe immerse con comando a galleggiante o pompe a pistoni) possono operare in parallelo con l’impianto di sentina oleosa.
Ad esse si affiancano le condotte che convogliano per caduta i liquidi inquinati dalle singole macchine (drenaggi, spurghi, perdite), dove vengono raccolti da ghiotte, coppe di gocciolamento, pozzetti di drenaggio. Si osservi che l’impianto di sentina scarica nella cassa di raccolta solo quando la quantità d’olio è elevata, ma mai in condizioni di funzionamento d’emergenza, mentre il servizio trasferimento olio combustibile ha una propria cassa di sedimentazione ed un proprio sistema di scarico fuoribordo.
Per piccole necessità di smaltimento di acque oleose, questo impianto può anche essere ridotto ad un impianto accessorio di quello di sentina, in tal caso la pompa di sentina oleosa manda direttamente al separatore e da questo il flusso viene inviato alle casse o fuoribordo. 


SEPARATORE A FLOCCULAZIONE
Questi sistemi vengono impiegati unicamente per trattamenti secondari e richiedono l’immissione all'interno del flusso dell’effluente di aria sotto forma di bolle microscopiche che si uniranno alle gocce d’olio. Come conseguenza si riduce il peso specifico delle gocce d’olio e d’aria nell'equazione di  con il conseguente aumento della velocità ascensionale  Vp. I dispositivi  di flottazione ad aria vengono di solito installati a valle di un separatore a gravità per rimuovere grandi quantità di olio e di solidi. Ciò riduce il volume d’aria disciolta necessaria e permette l’utilizzo di flocculanti chimici a livelli economici. Esistono due metodi per la formazione di minuscole bolle d’aria:
Flottazione ad aria disciolta e flottazione ad aria dispersa.
Flottazione ad aria disciolta

In questo processo, sull'intero flusso o su una parte riciclata, viene immessa aria pressurizzata fino a 5 bar
 prima che questi entri nella vasca di separazione. All'entrata, la riduzione della pressione atmosferica determina il rilascio dell’aria da parte della soluzione.
Una temperatura sufficientemente alta, un aumento della forza ionica e una forte agitazione sono fattori che favoriscono la coagulazione.

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